Vangelo del giorno meditato
«Vende tutti i suoi averi e compra quel campo»

Meditiamo il Vangelo di oggi
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Vangelo del giorno meditato
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Vangelo del giorno meditato
«Vende tutti i suoi averi e compra quel campo»

Mt 13,44-46

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Parola del Signore

 

 

 

Meditiamo

Gesù con splendide parabole ci parla del regno di Dio. Ci soffermiamo sulle prime due che sono come due potenti squilli di tromba: «È come se Gesù dicesse: la salvezza è venuta gratuitamente a voi, per iniziativa di Dio, prendete la decisione, afferratela, non lasciatevela sfuggire. Ora è tempo di decisione» (R. Cantalamessa).

La salvezza è un dono inaspettato, grandioso; l’incontro con Gesù o una sua particolare chiamata può avvenire improvvisamente e in modo inatteso; ma è anche qualcosa che si trova come frutto di una ricerca. Ecco allora da una parte il contadino che si imbatte improvvisamente nel tesoro e dall’altra il ricco mercante che trova la perla preziosa dopo una lunga ricerca. Costui è immagine di uno che cerca la felicità, le bellezza, la verità: quanti, dopo aver cercato la felicità nei piaceri e nelle cose del mondo, sperimentandone il limite, hanno desiderato e incontrato il Signore? Ad esempio: «Il beato Charles de Foucauld, monaco nel deserto, ha cercato la perla preziosa nell’avventura dell’esploratore, nella carriera militare e nel divertimento più sfrenato: è rimasto amaramente deluso. Ha ricominciato, allora, una ricerca senza sosta: ?O Dio, se esistete, fate che io vi conosca?. Improvvisamente si è trovato tra le braccia di Dio e, colmo di gioia, ha lasciato tutto perché niente regge al confronto con Dio. Ricordando i giorni della sua conversione, diceva: ?Appena ebbi creduto che Dio esiste, capii che non potevo far altro che vivere per Lui solo: c’è tanta differenza tra Dio e tutto ciò che non è Dio?» (card. A. Comastri).

Poi, sia il contadino che il collezionista, dopo aver trovato il tesoro e la perla vendono quello che hanno. Cioè: una volta che ti imbatti in Gesù e inizi un vero cammino di conversione, non puoi restare attaccato alle cose vecchie, perché hai trovato di più! Lasci ciò che è inutile o superfluo e tieni l’essenziale! Il contadino e il mercante lasciano tutto senza alcun rimpianto: altro che sacrificio, il loro è un vero e proprio affare!

?Per questo il vero convertito non dice: ho lasciato, ma ho trovato. Non dice ho venduto il campo, ma ho trovato un tesoro? (B. Maggioni). Sì, il vero cristiano non si lamenta per cosa non può fare, ma ama ciò che ha trovato: Cristo, il Vangelo e con esso la libertà, l’amore vero, il senso pieno della vita. Nonostante le fragilità e le cadute segue Gesù, perché è la verità!

E qui vediamo nascosto il segreto della gioia di chi, chiamato alla sequela radicale da Gesù, lascia tutto per consacrarsi a Lui, imitandolo più da vicino. Spesso delle persone chiedono ai consacrati: “ma non ti manca quello che hai lasciato”?. La risposta è no!, perché prima di lasciare, ha trovato molto di più! Guardiamo ai santi: come non pensare anche a san Francesco d’Assisi? Egli si fece povero e rinunciò gioiosamente alle ricchezze paterne, perché aveva trovato la ricchezza vera: «Nessuno fu così avido d’oro, quanto Francesco della povertà; nessuno fu più bramoso di tesori, quanto Francesco di questa perla evangelica… Niente offendeva il suo occhio più di questo: vedere nei frati qualche cosa che non fosse del tutto in armonia con la povertà. Spesso richiamava alla mente, piangendo, la povertà di Gesù Cristo e della Madre sua, e affermava che questa è la regina delle virtù, perché la si vede brillare così fulgidamente, più di tutte le altre, nel Re dei Re e nella Regina sua Madre» (Fonti Francescane 1117.1118).

«Perché Francesco si comportava così? La risposta ce la dà il Vangelo: Francesco aveva cercato con tutta l’anima la perla preziosa e inizialmente aveva creduto che la fama e gli onori fossero il tesoro della vita; facendo esperienza di varie disillusioni, Francesco finalmente capisce che la perla preziosa è Gesù Cristo: allora, con una decisione stupefacente ma pienamente logica, Francesco abbandona tutto, seguendo Gesù Cristo e diventa l’uomo della letizia e della pace» (card. A. Comastri). A voi la conclusione: che cosa è di più? Ciò che Francesco ha lasciato, o ciò che ha trovato?

E noi, viviamo una religiosità del lamento e del rimpianto, una fede gioiosa, tipica di chi, avendo aperto il cuore a Gesù, sa di aver trovato la perla più preziosa di tutte?

 

Missionari della Via

 

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