Gv 6,37-40
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Parola del Signore
Il pensiero della morte è sempre destabilizzante. Ci pone di fronte al fatto che tutto finisce. Ci toglie il futuro. Non esiste una bella morte. Si tratta sempre e comunque di una prova conseguenza del peccato. Gesù stesso ha provato angoscia di fronte a tale porta dolorosa che s’apre al mistero.
Eppure la morte di un credente ci insegna molte cose sulla vita. Soprattutto ci insegna l’abbandono umile e fiducioso verso il Padre. Questo pensiero ha illuminato anche il cardinale Martini, che ha potuto scrivere così: “E mi sono riappacificato con l’idea di morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremo mai a fare un atto di piena fiducia. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre un’uscita di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente. Di Dio”.
In più, fuori dal tunnel dell’agonia, siamo certi, come Giobbe, di contemplare il volto luminoso del nostro Creatore e Padre.
(Casa di preghiera San Biagio)

Liturgia delle ore: Lodi
2 Novembre 2017Liturgia delle ore: Ora Media
2 Novembre 2017Vangelo del giorno meditato
«Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno»
Gv 6,37-40
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Parola del Signore
Il pensiero della morte è sempre destabilizzante. Ci pone di fronte al fatto che tutto finisce. Ci toglie il futuro. Non esiste una bella morte. Si tratta sempre e comunque di una prova conseguenza del peccato. Gesù stesso ha provato angoscia di fronte a tale porta dolorosa che s’apre al mistero.
Eppure la morte di un credente ci insegna molte cose sulla vita. Soprattutto ci insegna l’abbandono umile e fiducioso verso il Padre. Questo pensiero ha illuminato anche il cardinale Martini, che ha potuto scrivere così: “E mi sono riappacificato con l’idea di morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremo mai a fare un atto di piena fiducia. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre un’uscita di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente. Di Dio”.
In più, fuori dal tunnel dell’agonia, siamo certi, come Giobbe, di contemplare il volto luminoso del nostro Creatore e Padre.
(Casa di preghiera San Biagio)
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