Venite in disparte
Gli apostoli
Al tempo della scrittura di Marco il termine apostoli ancora non aveva assunto il significato di individuare i dodici, qui semplicemente indica coloro che erano stati inviati raccordandosi così con Mc 6,7 [dal v.14 al 29 c’è il lungo racconto della morte di Giovanni il Battista]. Se Gesù è stato il punto di partenza della missione, è anche il punto di arrivo in cui tutto è ricapitolato (Cfr. Ef 1,10), come il bastoncino intorno a cui è avvolto il papiro o la pergamena che raccoglie tutte le parole, le espressioni, le sillabe e ogni singola lettera, così Cristo raccoglie e dà un senso unitario a tutto ciò che è stato fatto e detto.
Da qui nascono due riflessioni che ci coinvolgono.
La prima ci viene dal non senso delle separazioni e frammentazioni dell’annuncio evangelico e della sua testimonianza che vive nelle diverse tradizioni storicamente presenti tra i cristiani: i discepoli percorrono strade diverse, hanno fatto e detto cose diverse tra loro ma il punto di arrivo è il medesimo: Cristo Signore. Scegliere di essere di Gesù prima che di Apollo o di Cefa, di Cristo prima che ?Giudei o Greci?, del Signore prima che di destra o di sinistra, scegliere in nome del Vangelo il fratello anziché sé stessi (papa Francesco al Consiglio Ecumenico delle Chiese) è quanto ogni cristiano dovrebbe ritenere indipendentemente alla Chiesa o tradizione di appartenenza.
La seconda deriva dal fatto che il verbo fare precede l’insegnamento, così è sgombrato il campo da qualsiasi teorizzazione della Fede che porta a distinguere, precisare, dividere; la Fede invece è subordinata alla concretezza della vita, prima di essere detta va messa in pratica (cfr Mt 7,24; Giac 1,25).
Una fede senza opere, una fede che non ti coinvolga, che non ti porti alla testimonianza, non è fede. Sono parole e niente più che parole (papa Francesco, 21.02.14).
Meditiamo il Vangelo di oggi
20 Luglio 2018«Il Figlio dell’uomo è signore del sabato»
Meditiamo il Vangelo di oggi
26 Luglio 2018«A voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato»
Meditiamo il Vangelo di oggi
«Erano come pecore che non hanno pastore»
Mc 6,30-34
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Parola del Signore
______________________________
Venite in disparte
Gli apostoli
Al tempo della scrittura di Marco il termine apostoli ancora non aveva assunto il significato di individuare i dodici, qui semplicemente indica coloro che erano stati inviati raccordandosi così con Mc 6,7 [dal v.14 al 29 c’è il lungo racconto della morte di Giovanni il Battista]. Se Gesù è stato il punto di partenza della missione, è anche il punto di arrivo in cui tutto è ricapitolato (Cfr. Ef 1,10), come il bastoncino intorno a cui è avvolto il papiro o la pergamena che raccoglie tutte le parole, le espressioni, le sillabe e ogni singola lettera, così Cristo raccoglie e dà un senso unitario a tutto ciò che è stato fatto e detto.
Da qui nascono due riflessioni che ci coinvolgono.
La prima ci viene dal non senso delle separazioni e frammentazioni dell’annuncio evangelico e della sua testimonianza che vive nelle diverse tradizioni storicamente presenti tra i cristiani: i discepoli percorrono strade diverse, hanno fatto e detto cose diverse tra loro ma il punto di arrivo è il medesimo: Cristo Signore. Scegliere di essere di Gesù prima che di Apollo o di Cefa, di Cristo prima che ?Giudei o Greci?, del Signore prima che di destra o di sinistra, scegliere in nome del Vangelo il fratello anziché sé stessi (papa Francesco al Consiglio Ecumenico delle Chiese) è quanto ogni cristiano dovrebbe ritenere indipendentemente alla Chiesa o tradizione di appartenenza.
La seconda deriva dal fatto che il verbo fare precede l’insegnamento, così è sgombrato il campo da qualsiasi teorizzazione della Fede che porta a distinguere, precisare, dividere; la Fede invece è subordinata alla concretezza della vita, prima di essere detta va messa in pratica (cfr Mt 7,24; Giac 1,25).
Una fede senza opere, una fede che non ti coinvolga, che non ti porti alla testimonianza, non è fede. Sono parole e niente più che parole (papa Francesco, 21.02.14).
Articoli correlati
Vangelo del giorno meditato
«Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena»
Leggi di più
DOMENICA DELLE PALME (ANNO B)
«Benedetto colui che viene nel nome del Signore»
Leggi di più
25 Marzo: il Papa consacra la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria
Leggi di più