Riflessioni Avvento “QUALE SENTIMENTO VERSO I POVERI ?”
L’AVVENTO
“Per vivere il Natale non c’è bisogno di spremersi le meningi. Una cosa sola occorre: penetrare dentro le formule liturgiche con una contemplazione calma, amorosa e piena di fede e di stupore. Quando il cuore ne è conquistato, mette in movimento tutta l’esistenza.”
IL SIGNIFICATO
Dopo l’annuale rievocazione del Mistero pasquale, la Chiesa non ha nulla di più sacro della celebrazione del Natale del Signore.
Il tempo di Avvento fu istituito perchè i fedeli si preparassero alla celebrazione del Natale, ma entro breve tempo assunse un doppio significato: è il tempo in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
LA LITURGIA
Nella riforma liturgica, l’Avvento conserva la sua durata, cioè quattro settimane, tuttavia non è più soltanto un tempo di penitenza: anzi è un tempo di lieta attesa.
Se nelle domeniche di questo tempo non si dice il “Gloria”, ciò si fa per un motivo diverso da quello per cui lo si omette nel tempo di Quaresima, ossia perchè l’inno angelico nella notte di Natale risuoni come qualcosa di nuovo.
Ognuna delle Messe domenicali propone un annuncio profetico preso normalmente dal libro di Isaia, un insegnamento apostolico di tipo morale dalle lettere di S.Paolo e, infine, un discorso o una narrazione del Vangelo.
Ogni Domenica ha un tema specifico:
1. la vigilanza nell’attesa del Cristo;
2. un pressante invito alla conversione contenuto nella predicazione di Giovanni Battista;
3.la testimonianza data da Gesù a Giovanni;
4.l’annuncio della nascita di Gesù fatta a Giuseppe e a Maria.
Le letture feriali nella prima parte dell’Avvento presentano i segni e le caratteristiche del Regno messianico e le condizioni per entrarvi; nella seconda parte preparano direttamente al Natale narrando le diverse annunciazioni e l’attuazione in Cristo delle promesse davidiche. Le due letture, quella profetica e quella evangelica, sono scelte in modo da evidenziare il rapporto di unità e di compimento fra Antico e Nuovo Testamento.
LE FIGURE CHIAVE
Nella liturgia dell’Avvento emergono alcune figure bibliche particolari:
Isaia – In lui, più che negli altri profeti, si trova un’eco della grande speranza che ha confortato il popolo eletto durante i secoli duri e decisivi della sua storia, soprattutto durante l’esilio. La seconda parte del suo libro contiene essenzialmente un lieto annuncio di liberazione, parla di un nuovo e più glorioso esodo e della creazione di una nuova Gerusalemme.
Giovanni Battista – E’ l’ultimo dei profeti e riassume nella sua persona e nella sua parola tutta la storia precedente nel momento in cui sfocia nel suo compimento. Giovanni è il segno dell’intervento di Dio per il suo popolo; quale precursore del Messia, ha la missione di preparare le vie al Signore, di offrire ad Israele la “conoscenza della salvezza” che consiste nella remissione dei peccati, opera della misericordia di Dio e, soprattutto, di indicare Cristo già presente in mezzo al suo popolo.
La Madonna – durante l’Avvento si pone in rilievo la relazione e la cooperazione di Maria al mistero della redenzione. Maria “primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza”. Maria è colei che, nel mistero dell’Avvento e dell’Incarnazione, congiunge il Salvatore al genere umano.
San Giuseppe – è l’anello di congiunzione che attraverso Davide da cui discende, unisce Cristo alla grande “promessa”, cioè ad Abramo.
Proprio perchè legalmente “figlio di Giuseppe” Gesù ha potuto rivendicare a sè il titolo messianico di “figlio di Davide”.
Infine la figura di Giuseppe appare come l’uomo giusto per la sua fede, modello per ogni uomo che vuole entrare in dialogo e in comunione con Dio.
LA TEOLOGIA
L’Avvento è il tempo liturgico nel quale è più richiamata la grande verità della storia come luogo dell’attuazione del piano salvifico di Dio.
La salvezza va considerata nella prospettiva escatologica del “giorno del Signore”.
Questo tempo ha come carateristica l’annuncio del Regno e il suo interiorizzarsi nel cuore degli uomini fino alla manifestazione gloriosa del Cristo.
La Chiesa “sacramento universale di salvezza” non vive per sè, ma per il mondo. Ogni cristiano, anche se a titoli deversi, è partecipe di questa missione. L’ansia missionaria è una componente essenziale della vita cristiana.
La missione, come appare nella luce del mistero dell’Avvento, è tutta orientata a suscitare la speranza degli umili e dei deboli che non può fondarsi sui potenti di questo mondo, sempre deludenti, ma sulla potenza del Dio di Gesù che si manifesta nella debolezza per irridere e denunciare l’orgoglio presuntuoso di progetti umani.
LA SPIRITUALITA’
La liturgia dell’Avvento è tutta un richiamo a vivere alcuni atteggiamenti essenziali del cristiano: l’attesa vigilante e gioiosa, la speranza, la conversione.
L’attesa vigilante e gioiosa deve sempre caratterizzare il cristiano e la Chiesa perchè il Dio della rivelazione è il Dio della promessa che in Cristo ha manifestato tutta la sua fedeltà all’uomo.
Tutta la liturgia dell’Avvento risuona delle promesse di Dio. La speranza della Chiesa è la stessa speranza d’Israele, ma già compiuta in Cristo. Lo sguardo, della comunità cristiana si fissa con più sicura speranza verso il compimento finale: la venuta gloriosa del Signore.
Il Padre che dona al mondo Gesù suo Figlio, allo stesso tempo dona al mondo la speranza. Egli è infatti il sostegno e il fondamento della speranza nella vita eterna.
L’Avvento è il tempo liturgico della grande educazione alla speranza: una speranza forte e paziente, una speranza che accetta l’ora della prova, della persecuzione e della lentezza nello sviluppo del Regno; una speranza che si affida al Signore e libera dalle impazienze soggettivistiche e dalle frenesie del futuro programmato dall’uomo.
Questa Chiesa è chiamata dal mistero dell’Avvento a rendersi segno e luogo di speranza per il mondo in un impegno concreto di liberazione integrale dell’uomo.
Avvento, tempo di conversione. Non c’è possibilità di speranza e di gioia senza ritornare al Signore con tutto il cuore nell’attesa del suo ritorno. La vigilanza richiede di lottare contro il torpore e la negligenza, di essere sempre pronti.
La predicazione del Battista, è tutta un richiamo alla conversione per preparare le vie al Signore.
Lo spirito di conversione, proprio dell’Avvento, ha tonalità diverse da quelle richiamate dalla Quaresima. La sostenza essenzialmente è sepre la stessa, ma, mentre la Quaresima è contrassegnata dall’austerità per la riparazione del peccato, l’Avvento è contrassegnato dalla gioia per la venuta del Signore.
Un atteggiamento infine che caratterizza la spiritualità dell’Avvento, è quello del povero. Non è tanto il povero in senso economico, ma il povero inteso nel senso biblico: colui che si affida a Dio e si appoggia con fiducia in lui.