Anche Gesù ogni tanto ha incontrato delle persone che lo hanno lasciato a bocca aperta. Sono quelle persone che contravvenendo tutte le solite abitudini di fede, mostrano una fiducia nei suoi confronti libera da tutte quelle condizioni contrattuali con cui siamo soliti credere. Anche senza rendercene conto, mettiamo sempre delle clausole che suonano un po’ così: “Se ci sei batti un colpo”. Ma nel vangelo di oggi Gesù incrocia la fede di un centurione romano che pare avere una fiducia tale nei suoi confronti che gli fa dire espressamente: “Signore fai ciò che pensi essere il meglio, e fallo senza nemmeno che ce ne accorgiamo”. Infatti Gesù, allertato della presenza di un malato a casa di questo centurione, si stava già recando lì per guarirlo: “Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: ‘Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito’”. Ecco una fede che non cerca segni, conferme, rassicurazioni. Ecco una fede che si fida al punto di dire a Gesù: “Non sono nemmeno degno che tu venga, basta che tu lo dica, che tu lo voglia, e sono certo che tutto cambierà”. Gesù, per quest’uomo, riserva uno dei complimenti più belli del Vangelo: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!».