SEPPUR SCELTI RIMANIAMO LIBERI
NON PERDIAMO DI VISTA GESÙ
“Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?»”. Anche io sinceramente avrei fatto la medesima osservazione. Va infatti oggi di moda voler insegnare il credo agli apostoli, e la teologia a Gesù Cristo. Leggo un po’ ovunque gente che spiega al papa come dovrebbe fare il papa. Ai vescovi come dovrebbero comportarsi. E a Gesù Cristo che cosa intendesse realmente dire con ciò che ha detto nel Vangelo. Penso che Dante Alighieri avrà lo stesso problema tutte le volte che qualche critico letterario muore e va in cielo. Si ritroverà con qualcuno che pensa di spiegare a lui ciò che volesse dire nella Divina Commedia. Tutti questi cristiani cristallini mi ricordano tanto il Vangelo di oggi. Penso a me stesso e mi rendo conto che mi infastidisce un po’ l’affermazione che “il Figlio dell’uomo è signore del sabato”. Perché rispettare il sabato mi dà sicurezza, e invece avere a che fare con una persona invece che con una semplice regola mi destabilizza. Ma il cristianesimo non è la codificazione di regole ma il rapporto con Qualcuno. “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica (…), bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Benedetto XVI)