“Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte”. Questa luce spenta descritta da Giovanni è significativa del clima del racconto del Vangelo di oggi. Più ci spingiamo al cuore della settimana santa e più il mistero del dolore e della sofferenza fa calare il buio, la confusione, lo smarrimento. E’ un po’ lo stato d’animo di tutti, dei discepoli soprattutto, ma anche di ogni uomo che incontra il dolore sulla propria strada. Ma l’uomo che ha mangiato quel boccone è Giuda. Non è un discepolo qualunque, è “il traditore”. Ma credo che sia sbagliato pensare che la sua principale caratteristica sia il tradimento perché a onor del vero ha un collega illustre che fa la stessa cosa rinnegando Gesù: Pietro. Giuda è Giuda non in virtù del tradimento, ma in virtù del fatto che non si lascia perdonare. Il suo gesto lo condurrà alla morte. Pietro si pente. Pietro si consegna alla misericordia di Dio. Giuda no. Giuda sceglie quel buio come suo destino. Lo sceglie liberamente. Non si perde perché ha sbagliato, ma si perde perché non si perdona di aver sbagliato. Ed è tremendo pensare che si può vivere per anni a un passo da Gesù, mangiare con Lui, dormire con Lui, ascoltare Lui e poi fare questa fine. Che tremendo dono ci ha fatto Dio creandoci liberi. Eppure c’è una bellezza immensa nella storia di Giuda e di Pietro. La bellezza di Chi si fida di noi a tal punto da accettare anche il nostro fallimento.