Misteri della gloria con San Josemaria Escrivà

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13 Settembre 2016

Misteri della gloria con San Josemaria Escrivà

1° Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, (le donne) si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. (…) Nello stesso primo giorno della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed Egli disse loro: “Che sono questi discorsi che state facendo tra voi durante il cammino?”.
Si fermarono con il volto triste. Uno di loro di nome Clèopa, gli disse: “Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. Domandò: “Che cosa?”. Gli risposero: “Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo, come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti: recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che Egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto”.
Lc. 24, 1-24

La sera del sabato Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo, e Salòme comprarono gli aromi per imbalsamare il corpo morto di Gesù. Il giorno dopo, di buon mattino, arrivano al sepolcro quando il sole è già sorto (Mc 16, 1-2).
Entrando, rimangono costernate perché non trovano il corpo del Signore. – Un giovane, in bianche vesti, dice loro: Non temete, so che cercate Gesù Nazareno: non est hic, surrexit enim sicut dixit, non è qui, perché è risorto come aveva predetto (Mt 28, 5).
E’ risorto! – Gesù è risorto: non è più nel sepolcro. – La Vita ha sconfitto la morte.
E’ apparso alla sua Santissima Madre. – E’ apparso a Maria di Magdala, pazza d’amore. – E a Pietro e agli altri apostoli. – E a te e a me, che siamo suoi discepoli e più pazzi della Maddalena: quante cose gli abbiamo detto!
Non vogliamo mai più morire a causa del peccato. Che la nostra risurrezione spirituale sia eterna.
– E prima di terminare la decina, tu hai baciato e piaghe dei suoi piedi , e io più audace – perché più bambino – ho posato le mie labbra sul suo costato aperto.
Il Santo Rosario, 1° mistero glorioso

Il giorno del trionfo del Signore, della sua Risurrezione, è definitivo. Dove sono i soldati che le autorità avevano messo di guardia? Dove sono i sigilli che erano stati posti sulla pietra del sepolcro? Dove sono coloro che condannarono il Maestro? Dove sono quelli che crocifissero Gesù?… Di fronte alla sua vittoria, avviene la grande fuga di quei poveri miserabili.
Riémpiti di speranza: Gesù Cristo vince sempre.
Forgia, 660

Instaurare omnia in Cristo, questo è il motto di san Paolo per i cristiani di Efeso; informare tutto il mondo con lo spirito di Gesù, mettere Cristo nelle viscere di ogni realtà: Si exaltatus fuero a terra, omnia traham ad meipsum, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutto a me. Cristo, mediante la sua Incarnazione, la sua vita di lavoro a Nazaret, la sua predicazione e i suoi miracoli nelle contrade della Giudea e della Galilea, la sua morte in Croce, la sua Risurrezione, è il centro della creazione, è il Primogenito e il Signore di ogni creatura.
La nostra missione di cristiani è di proclamare la regalità di Cristo, annunciandola con le nostre parole e le nostre opere. Il Signore vuole che i suoi fedeli raggiungano ogni angolo della terra. Ne chiama alcuni nel deserto, lontano dalle preoccupazioni della società umana, per ricordare agli altri, con la loro testimonianza, che Dio esiste. Ad altri affida il ministero sacerdotale. Ma i più li vuole in mezzo al mondo, nelle occupazioni terrene. Pertanto, questi cristiani devono portare Cristo in tutti gli ambienti in cui gli uomini agiscono: nelle fabbriche, nei laboratori, nei campi, nelle botteghe degli artigiani, nelle strade delle grandi città e nei sentieri di montagna.
Mi piace ricordare a questo proposito la scena della conversazione di Cristo coi discepoli di Emmaus. Gesù cammina insieme a due uomini che hanno perso quasi ogni speranza, tanto che la vita comincia a sembrar loro priva di significato. Ne comprende il dolore, entra nel loro cuore, comunica loro qualcosa della vita che palpita in Lui. Quando arrivano al villaggio e Gesù fa mostra di proseguire, quei due discepoli lo trattengono e quasi lo costringono a restare con loro. Lo riconoscono più tardi, quando spezza il pane: « Il Signore — esclamano — è stato con noi ». Ed essi si dissero l’un l’altro: « Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture? ». Ogni cristiano deve rendere presente Cristo fra gli uomini; deve agire in modo tale che quelli che lo avvicinano riconoscano il bonus odor Christi, il profumo di Cristo; deve comportarsi in modo che nelle azioni del discepolo si scorga il volto del maestro.
E’ Gesù che passa, 105

 

2° Poi li condusse fuori (i discepoli) verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Lc 24, 50-53

La festa dell’Ascensione del Signore ci suggerisce anche un’altra realtà: quel Cristo che ci incoraggia a lavorare nel mondo, ci attende nel Cielo. In altre parole: la vita sulla terra, che pure amiamo, non rappresenta il compimento, perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura (Eb 13, 14), la città eterna.
Cerchiamo tuttavia di non restringere la parola di Dio entro orizzonti angusti. Il Signore non ci vuole infelici nel cammino, come se la consolazione ci attendesse soltanto nell’aldilà. Dio ci vuole felici anche qui, ma anelando il definitivo compimento di quell’altra felicità, che solo Lui può colmare totalmente.
Su questa terra, la contemplazione delle realtà soprannaturali, l’azione della grazia nelle nostre anime, l’amore al prossimo come frutto saporito dell’amore a Dio, comportano già un anticipo del Cielo, un inizio destinato a crescere giorno per giorno. Noi cristiani non conduciamo una doppia vita; manteniamo un’unità di vita coerente, semplice e forte, nella quale si fondono e si compenetrano tutte le nostre azioni. Cristo ci attende. Viviamo già come cittadini del cielo (Fil 3, 20), pur essendo cittadini della terra, tra difficoltà, ingiustizie, incomprensioni, ma anche nella gioia e nella serenità di saperci figli diletti di Dio. Perseveriamo nel servizio del nostro Dio, e vedremo come cresce in numero e in santità questo esercito cristiano di pace, questo popolo di corredenzione. Cerchiamo di essere anime contemplative, vivendo un dialogo continuo con il Signore, trattandolo a tutte le ore: dal primo pensiero del giorno all’ultimo della notte, ponendo costantemente il nostro cuore in Gesù nostro Signore, giungendo a Lui attraverso la Madonna, nostra Madre, e, per Lui, giungendo al Padre e allo Spirito Santo.
Se, malgrado tutto, l’ascesa di Gesù in Cielo ci lascia nell’anima un residuo amaro di tristezza, rivolgiamoci a sua Madre, come già gli Apostoli: Allora ritornarono a Gerusalemme… e perseveravano unanimi nella preghiera con Maria, la Madre di Gesù (At 1, 12-14).
E’ Gesù che passa, 126

Ora il Maestro istruisce i suoi discepoli: ha aperto la loro intelligenza perché intendano le Scritture e li chiama testimoni della sua vita e dei suoi miracoli, della sua Passione e Morte, della gloria della sua Risurrezione (Lc 24, 45 e 48).
Poi li conduce verso Betania, alza le mani e li benedice, mentre si stacca da loro e ascende al cielo (Lc 24, 51), finché una nube lo nasconde (At 1, 9).
Gesù è andato al Padre. – Due Angeli in bianche vesti si avvicinano a noi e ci dicono: Uomini di Galilea, perché restate a guardare il cielo? (At 1, 11).
Pietro e gli altri tornano a Gerusalemme cum gaudio magno – con grande gioia (Lc 24, 52). – E’ giusto che la Santa Umanità di Cristo riceva l’omaggio, la lode e l’adorazione di tutte le gerarchie degli Angeli e di tutte le schiere dei beati del Cielo.
Ma tu e io ci sentiamo orfani: siamo tristi e andiamo a consolarci da Maria.
Il Santo Rosario, 2° mistero glorioso

 

3°  “Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua”.
At. 2, 1-6

Il Signore aveva detto: Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Paraclito, un altro Consolatore, che rimarrà eternamente con voi (Gv 14, 16). – Mentre i discepoli erano tutti riuniti in uno stesso luogo, all’improvviso sopraggiunse dal cielo un rumore come di vento impetuoso che invase tutta la casa in cui si trovavano. – Nello stesso tempo, delle lingue come di fuoco si divisero e si posarono sopra ciascuno di loro (At 2, 1-3). Ripieni di Spirito Santo, gli apostoli sembravano ebbri (At 2, 13).
E Pietro, circondato dagli undici, alza la voce e parla. – Noi, gente di cento paesi, lo ascoltiamo. – Ognuno lo comprende nella propria lingua. – Tu e io nella nostra. – Ci parla di Gesù Cristo, dello Spirito Santo, del Padre.
Non lo lapidano, né lo mettono in carcere: tremila di coloro che hanno udito si convertono e sono battezzati.
Tu e io, dopo aver aiutato gli apostoli ad amministrare il battesimo, benediciamo Dio Padre, per suo Figlio Gesù, e anche noi ci sentiamo ebbri di Spirito Santo.
Il Santo Rosario, 3º mistero glorioso

La tradizione cristiana ha riassunto in una sola idea l’atteggiamento che dobbiamo avere nei confronti dello Spirito Santo: docilità. Docilità significa essere sensibili a ciò che lo Spirito divino suscita intorno a noi e in noi: sensibili ai carismi che distribuisce, ai movimenti e alle istituzioni che promuove, agli affetti e alle decisioni che fa nascere nel nostro cuore. Lo Spirito Santo realizza nel mondo le opere di Dio; Egli è, come dice l’inno liturgico, datore dei doni, luce dei cuori, ospite dell’anima, riposo nella fatica, conforto nel pianto. Senza il suo soccorso nulla vi è nell’uomo che sia innocente e valido, perché è Lui che purifica ciò che è contaminato, sana ciò che è malato, accende ciò che è gelido, riconduce sulla retta via chi si è smarrito e avvia tutti gli uomini verso il porto della salvezza e della gioia eterna.
E’ Gesù che passa, 130

Vale la pena di giocarsi la vita, di darsi del tutto per rispondere all’amore e alla fiducia che Dio ha riposto in noi. Vale la pena, in primo luogo, di decidersi a prendere sul serio la nostra fede cristiana. Quando recitiamo il Credo, noi professiamo di credere in Dio Padre onnipotente, nel suo Figlio Gesù Cristo che morì e risuscitò, nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita. Proclamiamo che la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito Santo. Ci rallegriamo della remissione dei peccati e della speranza della futura risurrezione. Queste verità, però, penetrano davvero in fondo al cuore, oppure restano sulle labbra? Il messaggio divino di vittoria, di gioia e di pace della Pentecoste deve essere il fondamento incrollabile del modo con cui ogni cristiano pensa, sceglie e vive.
E’ Gesù che passa, 129

La meraviglia della Pentecoste è la consacrazione di tutti i cammini: non la si può mai intendere come monopolio, né come preferenza di uno solo a detrimento di altri. Pentecoste è indefinita varietà di lingue, di metodi, di modi d’incontro con Dio: non è violenta uniformità.
Solco, 226

Lo Spirito Santo con le sue ispirazioni dà tono soprannaturale ai nostri pensieri, ai nostri desideri e alle nostre opere. È Lui che ci spinge ad aderire alla dottrina di Cristo e ad assimilarla in tutta la sua profondità; è Lui che ci illumina per farci prendere coscienza della nostra vocazione personale e ci sostiene per farci realizzare tutto ciò che Dio si attende da noi. Se siamo docili allo Spirito Santo, l’immagine di Cristo verrà a formarsi sempre più nitidamente in noi, e in questo modo saremo sempre più vicini a Dio Padre. Sono infatti coloro che sono guidati dallo Spirito di Dio, i veri figli di Dio. Se ci lasciamo guidare da questo principio di vita presente in noi, la nostra vitalità spirituale si svilupperà sempre più, e noi ci abbandoneremo nelle mani di Dio nostro Padre con la stessa spontaneità e con la stessa fiducia con cui il bambino si getta nelle braccia del padre. Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli, ha detto il Signore. Questo antico e sempre attuale itinerario interiore di infanzia, non è fragile sentimentalismo né carenza di maturità umana, bensì la vera maturità soprannaturale, che ci porta a scoprire sempre meglio le meraviglie dell’amore divino, a riconoscere la nostra piccolezza e a identificare del tutto la nostra volontà con la volontà di Dio.
E’ Gesù che passa, 135

 

4°  Assumpta est Maria in coelum, gaudent angeli, Maria è stata assunta da Dio, in corpo e anima, nei Cieli. Ne gioiscono gli angeli e gli uomini. Perché ci pervade oggi questa letizia intima, perché sentiamo il cuore traboccante e l’anima inondata di pace? Perché celebriamo la glorificazione di nostra Madre, ed è naturale che i suoi figli, costatando l’onore tributatole dalla Trinità Beatissima, sentano una grande allegrezza.
Cristo, suo Santissimo Figlio, nostro fratello, ce la diede come Madre sul Calvario quando disse all’Apostolo Giovanni: Ecco tua madre (Gv 19, 27). Noi tutti l’abbiamo ricevuta, assieme al discepolo amato, in quel momento di immensa afflizione. Maria Santissima ci ha accolti nel dolore mentre si compiva l’antica profezia: Una spada ti trafiggerà l’anima (Lc 2, 35). Tutti siamo suoi figli; Ella è Madre dell’umanità intera. E oggi l’umanità commemora la sua ineffabile Assunzione: Maria è accolta in Cielo, figlia di Dio Padre, madre di Dio Figlio, sposa di Dio Spirito Santo. Più di Lei, soltanto Dio.
E’ Gesù che passa, 171

Pensa alla Madonna, la piena di Grazia, Figlia di Dio Padre, Madre di Dio Figlio, Sposa di Dio Spirito Santo: nel suo Cuore c’è posto per tutta l’umanità senza differenze né discriminazioni. Ciascuno è suo figlio, sua figlia.
Solco, 801.

Assumpta est Maria in coelum: gaudent Angeli! Maria è stata portata da Dio, in corpo e anima, in cielo: e gli Angeli gioiscono! Così canta la Chiesa. – Con questa acclamazione di esultanza, cominciamo anche noi la contemplazione di questa decina del Santo Rosario.
La Madre di Dio si è addormentata. – Attorno al suo letto vi sono i dodici apostoli. – Mattia ha sostituito Giuda. E anche noi, per un privilegio che tutti rispettano, siamo lì accanto.
Ma Gesù vuole avere sua Madre, corpo e anima, nella Gloria. – E la Corte celeste spiega tutto il suo splendore per rendere omaggio alla Madonna. – Tu e io – che, dopo tutto, siamo bambini – prendiamo un lembo dello splendido manto azzurro della Vergine, e così possiamo contemplare quella scena meravigliosa.
La Santissima Trinità riceve e colma di onori Colei che è Figlia, Madre e Sposa di Dio… – Ed è così grande la maestà della Madonna, che gli Angeli si domandano: Chi è costei?
Il Santo Rosario, 4° mistero glorioso

La festa dell’Assunzione della Madonna ci porta a considerare la realtà di questa speranza gioiosa. Siamo ancora pellegrini, ma Lei, nostra Madre, ci ha preceduti e ci indica già il termine del cammino: ci ripete che è possibile arrivare e che, se saremo fedeli, arriveremo. Perché la Santissima Vergine non solo è nostro esempio: è auxilium christianorum, aiuto dei cristiani. E dinanzi alla nostra supplica — monstra te esse Matrem (Inno liturgico Ave maris stella) — non può né vuole rifiutare ai suoi figli le sue cure sollecite e materne.
E’ Gesù che passa, 177

Quando è avvenuto lo sbandamento degli apostoli e il popolo imbestialito si sgola in odio a Gesù Cristo, la Madonna segue da vicino suo Figlio per le strade di Gerusalemme. Non la trattiene il clamore della folla, né desiste dall’accompagnare il Redentore mentre tutti quelli del corteo, nell’anonimato, diventano vilmente coraggiosi per maltrattare Cristo.
Invocala con forza: «Virgo fidelis!» Vergine fedele! e chiedile che noi che ci diciamo amici di Dio, lo siamo davvero e in ogni momento.
Solco, 51

 

5° Non c’è pericolo di esagerare. Non riusciremo mai ad approfondire a sufficienza questo ineffabile mistero; non potremo mai ringraziare a sufficienza la Madre nostra per averci reso così famigliare la Trinità Beatissima.
Amici di Dio, 276

Sei tutta bella, e in te non vi è macchia. – Un giardino recintato tu sei, sorella mia, Sposa, un giardino recintato, una fonte sigillata. – Veni, coronaberis. Vieni, sarai incoronata (Ct 4, 7, 12 e 8).
Se tu e io ne avessimo avuto il potere, l’avremmo fatta anche noi Regina e Signora di tutto il creato. Un grande segno apparve nel cielo: una donna incoronata di dodici stelle. – Vestita di sole. – La luna ai suoi piedi (Ap 12, 1). Maria, Vergine senza macchia, riparò la caduta di Eva: e ha calpestato, con il suo piede immacolato, la testa del dragone infernale. Figlia di Dio, Madre di Dio, Sposa di Dio.
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo l’incoronano vera Regina dell’Universo. E le rendono ossequio di sudditanza gli Angeli… i patriarchi e i profeti e gli apostoli…, i martiri e i confessori e le vergini e tutti i santi…, e tutti i peccatori, e tu e io.
Il Santo Rosario, 5º mistero glorioso

È giusto che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo incoronino la Vergine come Regina e Signora di tutto il creato.
— Giòvati del suo potere! e, con ardimento filiale, unisciti alla festa del Cielo. — Io, la Madre di Dio e Madre mia, la incorono con le mie miserie purificate, poiché non posseggo pietre preziose, né virtù.
— Coraggio!
Forgia, 285

La Vergine. Chi può essere miglior Maestra di Amore di Dio di questa Regina, di questa Signora, di questa Madre, che è nel rapporto più intimo con la Trinità: Figlia di Dio Padre, Madre di Dio Figlio, Sposa di Dio Spirito Santo, e che è al tempo stesso Madre nostra?
— Ricorri personalmente alla sua intercessione.
Forgia, 555

Riémpiti di sicurezza: noi abbiamo per Madre la Madre di Dio, la Santissima Vergine Maria, Regina del Cielo e del Mondo.
Forgia, 273

Maria Santissima, Regina Apostolorum, Regina di tutti coloro che anelano di far conoscere l’amore del tuo Figlio: tu che tanto comprendi la nostra miseria, chiedi tu perdono per noi, per la nostra vita: per tutto quello che in noi sarebbe potuto essere fuoco ed è stato cenere; per la luce che non ha illuminato, per il sale divenuto insipido. Madre di Dio, onnipotenza supplice, ottienici assieme al perdono la forza di vivere veramente di fede e d’amore, per essere in grado di portare agli altri la fede di Cristo.
E’ Gesù che passa, 175

Maria, la Madre santa del nostro Re, la Regina dei nostri cuori, ha cura di noi come lei sola può avere. Madre di compassione e trono della grazia, ti chiediamo di insegnarci a comporre, nella nostra vita e nella vita di coloro che ci circondano, verso per verso, la poesia semplice della carità, quasi fluvius pacis /(Is LXVI, 12).— come fiume di pace. Tutti i fiumi vanno al mare, eppure il mare non è mai pieno(Ecl I, 7), perché tu sei mare di inesauribile misericordia.
E’ Gesù che passa, 187

La Maternità divina di Maria è la fonte di tutte le perfezioni e di tutti i privilegi che l’adornano. In vista di questo titolo fu concepita immacolata ed è piena di grazia, è sempre vergine, fu assunta in Cielo in corpo e anima, è stata coronata Regina della creazione, al di sopra degli angeli e dei santi. Più di lei, soltanto Dio. La beata Vergine Maria, perché Madre di Dio, ha una dignità in certo modo infinita, derivante dal bene infinito, che è Dio (San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 25, a. 6).
Non c’è pericolo di esagerare. Non riusciremo mai ad approfondire a sufficienza questo ineffabile mistero; non potremo mai ringraziare a sufficienza la Madre nostra per averci reso così famigliare la Trinità Beatissima.
Amici di Dio, 276

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