Rosario meditato – Misteri Gaudiosi con Santa Teresa d’Avila

Sant’ Andrea
30 Novembre 2016
Rosario meditato – Misteri della luce con San Giovanni Paolo II
30 Novembre 2016

Rosario meditato – Misteri Gaudiosi con Santa Teresa d’Avila

“Signore insegnaci a pregare”

.. Chi ha come amico Cristo Gesù e segue un capitano così magnanimo come lui, può certo sopportare ogni cosa; Gesù infatti aiuta e dà forza, non viene mai meno ed ama sinceramente. Infatti ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non possiamo piacere a Dio e da lui ricevere grandi grazie, se non per le mani della sacratissima Umanità di Cristo, nella quale egli ha detto di compiacersi. Ne ho fatto molte volte l’esperienza, e me l’ha detto il Signore stesso. Ho visto nettamente che dobbiamo passare per questa porta, se desideriamo che la somma Maestà ci mostri i suoi grandi segreti. E’ da lui, Signore nostro, che ci vengono tutti i beni. Egli ci istruirà. Meditando la sua vita, non si troverà modello più perfetto. Che cosa possiamo desiderare di più, quando abbiamo al fianco un così buon amico che non ci abbandona mai nelle tribolazioni e nelle sventure, come fanno gli amici del mondo? Beato colui che lo ama per davvero e lo ha sempre con sé!

Per preparare bene il nostro cuore all’ascolto recitiamo insieme la:

Preghiera allo Spirito Santo
(di S. Teresa D’Avila)

O Spirito Santo,
sei tu che unisci la mia anima a Dio:
muovila con ardenti desideri e accendila con il fuoco del tuo amore.
Quanto sei buono con me, o Spirito Santo di Dio:
sii per sempre lodato e Benedetto
per il grande amore che affondi su di me!
O Spirito Santo, concedi all’anima mia
di essere tutta di Dio e di servirlo senza alcun interesse personale,
ma solo perché è Padre mio e mi ama.
Mio Dio e mio tutto, c’è forse qualche altra cosa che io possa desiderare?
Tu solo mi basti. Amen
G. O Dio vieni a salvarmi
A. Signore, vieni presto in mio aiuto.
G. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
A.. Come era nel principio…
G. Sia lodato e ringraziato ogni momento
A. Il santissimo e divinissimo Sacramento.

Nel Primo mistero contempliamo con gli occhi di Maria l’Annunciazione dell’angelo e il Fiat di Maria (Luca 1, 26-38)

I segreti di Dio! Qui non vi è da far altro che di chinare la testa e persuaderci dell’incapacità dei nostri intelletti a comprendere le grandezze di Dio.
È bene ricordare ciò che fece la Vergine, nostra Regina. Nonostante tutta la saggezza di cui era stata colmata, domandò all’angelo: Come avverrà questo? E le fu risposto. Lo Spirito Santo scen­derà in te e la virtù dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Dopo questo troncò ogni doman­da, comprendendo subito nella sua grande fede e sapienza che, innanzi a queste due potenze, non v’era da chiedere più nulla, né alcun motivo per dubitare. Così non fanno quei sapienti che il Signore non conduce per questa orazione, privi della minima idea di ciò che sia vita spirituale. Essi vogliono sot­tomettere queste cose al loro giudizio e giudicarle a seconda delle loro vedute, sino quasi a far credere che vogliono con la loro scienza comprendere tutte le grandezze di Dio!… Oh, se imparassero un po’ di umiltà dalla Santissima Vergine!… (Pensieri 6,7). Sforziamoci di imitare, almeno in qualche cosa, la profonda umiltà della Santissima Vergine, di cui portiamo l’abito. Mi sento tanto confusa, quando penso che ci chiamiamo sue monache. Per quanto ci paia di umiliarci; saremo sempre assai lontane da quanto esige il titolo ti tal Madre: Sorelle di Nostra Signora (Cammino di Perfezione 1,9, 8).
Solo l’umiltà può fare qualcosa, ma non l’umiltà che si acquista a forza di ragionamenti, bensì quella che deriva dalla contemplazione della stessa Verità, nella quale in un attimo si comprende assai di più che non in molto tempo di faticose riflessioni sopra la miseria del nostro nulla e la grandezza di Dio (Cammino di Perfezione 92, 13).
È lei (l’umiltà) che Lo ha fatto discendere dal Cielo nel seno della Vergine, è grazie a lei che l’at­tiriamo… Credetemi, chi avrà più umiltà lo posse­derà maggiormente, chi ne avrà di meno ne gioirà in modo minore (Cammino di Perfezione 17).
O mio Dio, come sapete bene mostrare la vostra potenza! Non è necessario cercare le ragioni di ciò che volete, perché oltrepassando tutti i lumi della ragione, mostrate che tutte le cose sono possibili, e donate la comprensione che è sufficiente amarvi sin­ceramente e rinunciare generosamente a tutto per amore vostro (vita 35, 13).
Un giorno, mi sono chiesta per quale ragione Nostro Signore amava tanto la virtù dell’umiltà… È perché Dio è la suprema Verità, e l’umiltà consi­ste nel camminare secondo la verità (6 Castello Interiore 10) Padre nostro, Ave Maria (per 10 volte) Gloria, Gesù mio, Sia lodato…

Nel Secondo mistero contempliamo con gli occhi di Maria la Visita a S. Elisabetta, la santificazione di Giovanni Battista e il Magnificat (Luca 1, 39-56)

Osserviamo Maria: Se serviamo il Signore con umiltà, sperimenteremo il suo aiuto in tutti i nostri bisogni; ma se l’umiltà ci fa difetto, il Signore ci abbandonerà ad ogni passo. Una delle sue grazie più grandi che dobbiamo molto stimare è di essere fermamente persuasi di non aver nulla che non ci venga da Lui (Cammino di Perfezione ,38,7).

Facevo il possibile per tenere presente dentro di me Gesù Cristo, nostro bene e Signore, e questo era il mio modo di orazione. Se meditavo una scena della sua vita, cercavo di rappresentarmela nell’ani­ma (vita, 1, 7).
Coloro che assaporano le delizie e i gusti che il Signore concede (nella preghiera) pensano di non dovere far altro che continuare a goderne… si guar­dino bene dal lasciarsi troppo assorbire (dalle delizie e dai gusti), perché la vita è così lunga e piena di travagli che per sopportarli con perfezione si ha sem­pre bisogno di considerare come li hanno sopportati Cristo nostro modello, i suoi Apostoli e i suoi santi. È troppo bella la compagnia di Gesù per dovercene separare! Altrettanto si dica della compagnia della sua Sacratissima Madre (6 Castello Interiore 7,13).
Mentre ascoltavo queste parole (quelle del Magnificat), il mio spirito era rapito. Il Signore mi fece intendere cosa sia lo spirito, come stesse allora l’anima mia e come si debbano intendere le parole del Magnificat: Exultavit spiritus meus. Ma ora non lo saprei dire. Mi pare d’aver compre­so che lo spirito sia la parte più alta della volontà (Relazioni 29).
Un giorno, mentre ero in orazione, mi sentii l’anima così immersa e inabissata in Dio da sem­brarmi che il mondo fosse sparito. Mi fu dato allo­ra d’intendere, e in modo da non potermene più scordare, il senso di quel versetto del Magnificat… et exultavit spiritus meus (Relazioni 61).
Rallegrati, anima mia, per esserci chi ama il tuo Dio come merita, rallegrati per esserci chi cono­sce la sua bontà e potenza e ringrazialo per aver Egli inviato sulla terra il suo unico figlio che così bene lo conoscere, con la protezione del quali potrai avvicinarti al tuo Dio e pregarlo. Se il Signore trova in te le sue delizie, non permettere che le cose della terra t’impediscano di trovare in Lui le tue e di rallegrati delle sue grandezze. Poiché tanto merita di essere amato e lodato, pregalo che ti dia di contribuire almeno un poco nel far celebrare il suo nome, onde tu possa dire con verità. La mia anima loda ed esalta il Signore (Esclamazioni VII, 3). Padre nostro, Ave Maria (per 10 volte) Gloria, Gesù mio, Sia lodato….

Nel Terzo mistero contempliamo con gli occhi di Maria la nascita di Gesù a Betlemme – Povertà: segno basilare. (Luca 2, 1-12)

Dovremmo sempre essere affezionati; special­mente coloro che si dedicano all’orazione, poiché non so proprio come si possa pensare alla Regina degli Angeli e al lungo periodo di tempo da lei tra­scorso con Gesù Bambino, senza ringraziare San Giuseppe per la generosità con cui l’assistette nelle difficoltà (Vita 6,8).
Imitiamo almeno in qualche cosa il nostro Re che ebbe per casa la grotta di Betlemme dove nac­que e la Croce su cui morì (Cammino di Perfezione 2, 9).
Il Padre ci ha donato il suo unico Figlio che oggi viene al mondo in una povera stalla. Oh, indici­bile gioia! Ormai l’uomo è Dio!… Viene l’Innocente per soffrire al freddo! Lascia un impero, quello splen­dilo di Dio (Poesia 14).
O mio Gesù; come è grande l’amore che porta­te ai figli degli uomini!… Ora, che bisogno c’è del mio amore? Perché lo volete, mio Dio? Che vi gua­dagnate con esso? (Esclamazioni VII, 2).
Considerate, o mio Signore, che non vi siete fermato dinanzi a nessun ostacolo, tanto è grande l’amore che ci portate e profonda la vostra umiltà sulla terra, vi siete rivestito della nostra carne, assumendo la nostra natura (cammino di Perfezione 29).
Se Egli abita vicino a noi, è solo per aiutarci, incoraggiarci e sostenerci fino a quando la volontà del Padre celeste… si compia in noi (cammino di Perfezione 36).

Voi unite ciò che non è all’Essere senza fine; voi che siete infinito, vi fate finito; senza meriti, ci amate; fate grande il nostro niente (Poesia 7).
Gesù Possedendo la nostra natura, diventa una cosa sola con noi (Cammino di Perfezione 85).
Ho capito che, se egli è Dio, è anche uomo e non prova disgusto per le miserie dell’uomo (Vita 37).
Speranza mia, Padre, mio Creatore, mio vero Signore e Fratello, quando penso a quello che Poi dite, cioè, che la vostra gioia sta nell’abitare con i figli dell’uomo, (Proverbi 8 31), la mia anima s’inonda di gioia. Signore del cielo e della terra dov’è il peccatore che dopo tali parole possa ancora disperare? Forse, Signore, che non avete altri con cui deliziarvi per venire da un verme così ributtante come sono io? Quando vostro Figlio fu battezzato, si udì che Voi vi compiaceste in Lui (Matteo 3,17). Gli siamo forse uguali signore? (Esclamazioni VIII, 12). Padre nostro, Ave Maria (per 10 volte) Gloria, Gesù mio, Sia lodato….

Nel Quarto mistero contempliamo con gli occhi di Maria la Presentazione di Gesù al tempio – la Purificazione di Maria – la gioia di Simeone – la profezia della spada. (Luca 2, 11…)

Del resto neanche il giusto Simeone, guardan­do il glorioso Bambino, vedeva più d’un povero neonato. dai panni in cui era avvolto e dalla poca gente che l’accompagnava in processione, avrebbe potuto giudicarlo più un piccolo pellegrino figlio di indigenti genitori che Figlio del Padre Celeste (Cammino di Perfezione 53, 2).
Il Signore disse a Teresa: Quando contempli mia Madre tenermi fra le braccia, non pensare che ella abbia goduto tanto bene senza grave tormento, perché quando udì la profezia di Simeone, il Padre mio le dette la più completa cognizione di quanto avrei sofferto (Relazioni 36; 1).
Quelli che si sono avvicinati di più a Nostro Signore hanno anche sofferto di più. Considerate le sofferenze degli Apostoli e della sua Santissima Madre (7 Castello interiore 4, 5).
Dio Padre lo ha donato a noi e inviato in que­sto mondo per sua volontà. Il Figlio, a sua volta per sua propria volontà, non ha voluto abbandonarci, ma si è stabilito vicino a noi (Cammino di Perfezione 36).
Non vi chiedo di fissare il vostro pensiero su di Lui, né di fare molti ragionamenti o alte e sapienti considerazioni. Ciò che vi domando, è por­tare lo sguardo della vostra anima su di Lui. Chi può impedirvi di elevarvi, anche solo per un istante verso il Signore? (Cammino di Perfezione 28).
La somma perfezione non consiste nelle dolcez­ze interiori, nei grandi rapimenti, nelle visioni o nello spirito di profezia, bensì nella perfetta confor­mità del nostro volere a quello di Dio, in modo da volere anche noi – e fermamente – quanto conoscia­mo che Egli vuole, accettando con la medesima alle­grezza tanto il dolce che l’amaro, quando in questo è il suo volere (Fondazioni 5, 10).
Non dobbiamo allontanarci volontariamente dalla Santissima Umanità di Nostro Signore Gesù Cristo, che è per noi la pienezza dei beni e rimedio a tutti i mali (6 castello Interiore 7).
Sapete cosa vuol dire essere spirituali? Vuol dire essere gli schiavi di Dio, tali che marcati col suo ferro, quello della croce, egli li possa vendere per schiavi di tutto il mondo, come lo è stato nostro Signore. Chi non ha questo ideale, non farà mai nulla (castello Interiore VII, 4, 8).
Egli risveglia il nostro amore e mette il Suo nei nostri cuori non per un giorno solo, ma ogni giorno. Ecco perché ha deciso di vivere con noi (Cammino di Perfezione 3).Padre nostro, Ave Maria (per 10 volte) Gloria, Gesù mio, Sia lodato….

Nel Quinto mistero contempliamo con gli occhi di Maria la perdita e il ritrovamento di Gesù fra i dottori del tempio – la proclamazione della missione del Padre – la sottomissione a Nazaret – la Santificazione della famiglia e del lavoro. (Luca 2, 22-40)

Vi scongiuro, portate lo sguardo su Cristo nostro bene; imparerete la vera umiltà; portatelo ugualmente sui santi; questa vista nobiliterà il vostro apprendimento (1 Detti 2).
San Giuseppe con il suo aiuto mi ha procu­rato beni maggiori di quelli che ho saputo doman­dare. Non ricordo di avergli mai rivolto una sup­plica che non abbia esaudito… Nostro Signore vuole farci capire che, se ha accettato di sottomettersi sulla terra a colui che chiamava suo padre, è perché essen­do suo precettore poteva comandarlo, egli rivolge ugualmente al Cielo tutte le sue suppliche (Vita 6).
Anche se avete molti santi per avvocati, rivol­getevi sempre a san Giuseppe, perché è molto ascol­tato dal Signore (Avvisi 65).
Oh, l’insigne grazia che il Signore fa a quei, figli col dar dei genitori che li amano di un amore così vero da non voler ad essi assicurare altre ric­chezze e possessioni che nell’eterna beatitudine del cielo!
Ma che pena vedere oggi il mondo in tanta miseria… certi genitori vogliono coltivare la pro­pria vanità a spese dei loro poveri figli, strappando a Dio con incredibile audacia le anime che Egli sceglie per sé, e privandole di tanti beni. Aprite loro gli occhi mio Dio! Fate loro intendere come devono amare i propri figli affinché non rechino ad essi un sì gran male, ed essi poi non abbiano a lamentarsi di loro innanzi a Voi nel giorno del giudizio, dove quei genitori comprenderanno, sia pure contro voglia, il vero valore delle cose (Fondazione 10, 9).
Pensate che sia una piccola cosa avere un tale amico vicino a voi? (cammino di Perfezione 28).
Quando pensiamo a Cristo dobbiamo sempre ricordarci dell’amore che ci ha manifestato nel con­cederci tante grazie e dell’accesa carità di suo Padre che nel Figlio ha voluto darci un pegno di tanta tenerezza. Amore chiama amore. nonostante la nostra miseria e l’essere ancora agli inizi, non trascuriamo di considerare questa verità e di ecci­tarci all’amore (vita 22, 14).
Avvicinatevi a Gesù Maestro con la ferma deci­sione d’istruirvi, Egli vi darà la grazia di diventare suoi discepoli. Se non siete voi i primi ad abbando­narlo, Egli di certo non vi abbandonerà. Meditate le parole che escono dalla sua bocca divina e com­prenderete fin dalla prima (parola) di quale amore Egli vi circondi. E, per un discepolo, non è certo pic­colo vantaggio né soddisfazione da poco, sapere di essere amato dal suo Maestro (cammina di Perfezione 28). Padre nostro, Ave Maria (per 10 volte) Gloria, Gesù mio.
Ultime parole di Teresa d’Avila: Cominciò a dire parole piene di tenerezza e di amore: O mio Signore e mio Sposo, ecco l’ora tanto desidera­ta. E tempo di vederci, mio Amato, mio Signore!
Niente ti turbi – Niente t’attristi, tutto dile­gua, Dio non si muta, con la pazienza, tutto t’ac­quisti, manchi di nulla se hai Dio nel cuore: basta il suo amore (Massima 9).

Salve, Regina

LITANIE
Signore, pietà, Signore, pietà
Cristo, pietà, Cristo, pietà
Signore, ascoltaci, Signore, ascoltaci
Signore, esaudiscici, Signore esaudiscici
Ostia di pace, noi ti adoriamo
Prigioniero di Amore, noi ti adoriamo
Sole della Chiesa, noi ti adoriamo
Centro dei nostri Altari, noi ti adoriamo
Centro dei nostri cuori, noi ti adoriamo
Delizia delle anime, noi ti adoriamo
Ristoro dei tribolati, noi ti adoriamo
Fonte della vita, noi ti adoriamo
Consolatore dei cuori, noi ti adoriamo
Pane degli Angeli, noi ti adoriamo
Cibo soave delle anime, noi ti adoriamo
Cibo dei forti, noi ti adoriamo
Nostro pane quotidiano, noi ti adoriamo
Nostro aiuto e fortezza, noi ti adoriamo
Modello di virtù, noi ti adoriamo
Fonte di grazia, noi ti adoriamo
Sacramento d’amore, noi ti adoriamo
Gioia dei fanciulli, noi ti adoriamo
Arma dei giovani, noi ti adoriamo
Sostegno degli anziani, noi ti adoriamo
Conforto dei morenti, noi ti adoriamo
Pegno per noi della futura gloria, noi ti adoriamo
Difesa dei calunniati, noi ti adoriamo
Costanza dei Martiri, noi ti adoriamo
Verbo fatto carne, noi ti adoriamo
Anima di Gesù, noi ti adoriamo
Corpo di Gesù, noi ti adoriamo
Sangue di Gesù, noi ti adoriamo
Divinità di Gesù, noi ti adoriamo
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici o Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Hai dato a noi il pane disceso dal cielo Che porta in sé ogni dolcezza.
Preghiamo: O Maria, Madre della Chiesa e Donna dell’Eucaristia, insegnaci a gustare il Mistero che abbiamo nelle nostre mani affinché troviamo in Lui la gioia e l’annunciamo al mondo intero. Per Cristo nostro Signore.

S. TERESA D’AVILA- (Avila, Spagna, 1515 – Alba de Tormes, 15 ottobre 1582)
La sua vita va interpretata secondo il disegno che il Signore aveva su di lei, con i grandi desideri che Egli le mise nel cuore, con le misteriose malattie di cui fu vittima da giovane (e la malferma salute che l’accompagnò per tutta la vita), con le “resistenze” alla grazia di cui lei si accusa più del dovuto. Entrò nel Carmelo dell’Incarnazione d’Avila il 2 novembre 1535, fuggendo di casa. Un po’ per le condizioni oggettive del luogo, un po’ per le difficoltà di ordine spirituale, faticò prima di arrivare a quella che lei chiama la sua “conversione”, a 39 anni. Ma l’incontro con alcuni direttori spirituali la lanciò a grandi passi verso la perfezione.

//]]>