All’inizio della Settimana Santa si intersecano due sentimenti: la gioia per vedere come Gesù viene osannato dalle folle degli ebrei e di dolore al pensiero che già il giorno seguente vi sarà tristezza e pianto.
Attraversiamo anche noi la porta che conduce a Gerusalemme per accompagnare Gesù che ci invita a vivere con lui le ore della passione, dell’offerta al Padre, dell’amore, della donazione, del sacrificio, della morte e finalmente della resurrezione …. Saremo in grado di immergerci nella solennità della Pasqua? Siamo consapevoli che il nostro essere cristiani, si avvia e nasce dalla Pasqua del Signore?
Oggi, la gioia, della domenica delle palme fa levare le mai in atto di acclamazione e gioia; verso le tre del pomeriggio di venerdì prossimo le voci taceranno per viltà. La croce sarà eretta nella solitudine più assoluta, con la sola presenza di Giovanni e Maria e alcune donne, e, come guardie d’onore dell’acclamato “re della gloria” due ladroni posti uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, i quali, a fronte della medesima offerta risponderanno in modi diversi.
Se Gesù si avventurò sulla via che l’ha condotto alla morte per un atto d’amore e come passo preliminare e necessario per compiere la sua missione quella di introdursi nella patria celeste e poiché, insieme a Lui, anche noi possiamo prendere parte a questo destino.
Eppure, alcune persone sono riluttanti ad acclamare Gesù come Signore e Re!
La nostra voce, in questa Domenica delle Palme canterà canti di lode e di ringraziamento: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Abbiamo bisogno di un po’ di cielo, di un po’ di Dio, di un po’ di eternità. Perché, tra le altre cose, abbiamo bisogno di seguire Gesù lungo la strada che conduce alla comunione con Dio Padre.
Ne abbiamo bisogno per celebrare con Cristo la sua e la nostra Pasqua.