In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Parola del Signore
Come vivere questa Parola?
Profondamente uomo di preghiera, Gesù, prima di scegliersi il gruppo più ristretto dei discepoli che collaboreranno con Lui e prolungheranno poi la sua stessa missione – gli Apostoli appunto – passa tutta la notte in preghiera sul monte, in dialogo con Dio. Questa informazione importante che ci viene da Luca, l’evangelista più attento a mettere in evidenza la preghiera di Gesù, vuole significare che la chiamata dei Dodici non è stata una mera scelta terrena, ma condivisa col Padre suo, e quindi secondo la Sua Volontà.
Eppure, a guardare i nomi delle persone riportate nella lista dei Dodici, tra cui compaiono anche i due Apostoli Simone Zelota e Giuda di Alfeo – di cui oggi ricorre la festa liturgica – si potrebbe pensare che la scelta non sia stata delle migliori. Si tratta, infatti, di persone molto mediocri, ove si trovano rozzi pescatori, che fanno molta fatica a comprendere il messaggio del Maestro: un peccatore pubblicano (Matteo-Levi), un ribelle indocile (Simone Zelota), due “figli del tuono” (Giovanni e Giacomo) intransigenti e intolleranti, uno che Lo ha rinnegato tre volte (Pietro) e il traditore (Giuda Iscariota).
Ciononostante Gesù ha affidato a queste persone imperfette il futuro della Sua Chiesa e la riuscita della Sua missione. Sì, perché il Figlio di Dio non ha scelto i dodici più dotati intellettualmente, i più forti, i più santi, i più bravi… ma i più deboli e imperfetti.
Gesù ha operato questa scelta sconcertante per farci capire che il Suo Vangelo non si fonda sul valore e la potenza dell’uomo, ma unicamente sulla potenza di Dio e per insegnarci che la Grazia di Dio è capace di operare al di là di ogni nostro limite: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 2, 37).
Se Gesù ha chiamato i Dodici, che erano così imperfetti, può chiamare e scegliere anche me, anche te: l’importante è seguirlo con fede e con totale abbandono alla sua Grazia.
La voce della liturgia
“Signore, che ci hai accolti alla tua mensa nel glorioso ricordo dei santi Apostoli Simone e Giuda, per il tuo Spirito operante in questi misteri confermaci sempre nel tuo amore”. Amen
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Vangelo del giorno meditato
«Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena»
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