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Riflessione Avvento “Amare”

Amare è il più grande e nobile gesto che ognuno di noi possa avere nei confronti dell’altro/a. Se è vero che l’uomo è fatto per amare ed essere amato, non dovremmo avere difficoltà ad accogliere la parola di San Paolo ai Tessalonicesi: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti” (1Ts 3,12). Il tempo dell’avvento è attesa di Qualcuno che ci insegna ad amare e che, soprattutto, ci indica ciò che può strappare (o peggio cancellare!) il senso dell’amore dentro di noi.

Con la sua venuta, Cristo ci ricorda l’importanza di amare, cioè di fare spazio nel nostro cuore a Dio, alla sua parola, all’accoglienza senza se e senza ma del nostro fratello, delle persone in difficoltà, di coloro che sono immersi nelle tenebre e nell’angoscia della propria vita.

Il tempo dell’avvento non va impiegato solo per pensare a come passare il prossimo Natale, ma è anche un’occasione da cogliere per curarci dentro, per porre in noi una parola buona, un segno della vera presenza di Dio. L’avvento, dunque, dovrebbe essere vissuto come attesa e abbandono al Dio che diventa uomo, come proposito ad aprire la porta all’amore di Dio che a sua volta insegna ad amarci.

Così, potremo leggere con occhi nuovi la nostra storia.

La nostra comunità di Colletorto potrà svegliarsi dal sonno dell’indifferenza e soprattutto scoprire di essere in forte ritardo all’appuntamento con Dio. Se non c’è amore, tutto quello che facciamo sa di recitazione, di apparenza; vestiamo abiti che attirano l’attenzione, diciamo parole belle, ma il tutto è freddo e distante da Dio. Ecco allora che il tempo di avvento dovrebbe trasformarsi in impegno coerente alla partecipazione alla messa domenicale, alla riconciliazione con Dio (confessione dei peccati) e con i fratelli, al proposito delle buone opere (carità).

Coerenza: abbiamo bisogno di laici coerenti agli impegni assunti, abbiamo bisogno di genitori credenti e credibili nella loro scelta, abbiamo bisogno di sposi e di spose fedeli all’amore accolto e donato, abbiamo bisogno di amministratori, parti sociali, gruppi, associazioni culturali che sappiamo promuovere il territorio, rendendosi docili e disponibili alle richieste ed esigenze dei cittadini, pena la decadenza e l’indifferenza alla vita sociale e al bene comune. Benedetto XVI, nella recente enciclica sociale Caritas in veritate, ha sottolineato il crescente individualismo che porta ad affogare la partecipazione attiva della singola persona per il bene della vita sociale. Molti tra noi rivendicano diritti, ma purtroppo ben pochi sono quelli che parlano di doveri, in primis gli adulti, che tuttavia hanno numerose responsabilità. Il papa scrive: “Molte persone, oggi, tendono a coltivare la pretesa di non dover niente a nessuno, tranne che a se stesse. Ritengono di essere titolari solo di diritti e incontrano spesso forti ostacoli a maturare una responsabilità per il proprio e l’altrui sviluppo integrale” (CV, 43).

Crescere e abbondare nell’amore, allora, vuol dire diventare testimoni autentici di quell’amore che portiamo dentro, del desiderio di Dio, di bene e di giustizia, di cui a volte ci riempiamo tanto (e soltanto) la bocca.

In questo nuovo tempo di avvento vorrei che i papà si accostassero alla lettura del vangelo che hanno ricevuto, che partecipassero almeno alla messa domenicale e che si accostassero al sacramento della confessione dei peccati. Avrei inoltre desiderio che gli stessi papà diventassero i primi catechisti dei loro figli, per insegnare loro l’amore donato nel giorno del matrimonio; vorrei anche che la famiglia e le famiglie di Colletorto respirassero un’aria pulita, lontana dalle critiche e dai pettegolezzi, un’aria di amore sincero e limpido, come l’acqua della sorgente.

La venuta di Cristo, il suo Natale, non può lasciarci indifferenti, spenti dentro, corridori senza senso e senza meta, attenti più all’apparire che all’essere.

Maria madre della speranza e aiuto dei cristiani, esempio di silenzio, sobrietà e soprattutto di confidenza in Dio, ci aiuti e ci accompagni nell’incontro con il bambino divino.

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