Riflessioni Avvento “Non accontentiamoci di poco!”
Riflessioni Avvento “Vi renderà saldi fino alla fine”
Riflessioni Avvento “QUALE SENTIMENTO VERSO I POVERI ?”
La parola “Avvento” deriva dal latino adventus e significa “venuta”. Con questo termine si indicò quel periodo dell’anno liturgico che precede il Natale. Le prime celebrazioni dell’Avvento si ebbero in Gallia e in Spagna verso la fine del IV secolo. Tutta la Chiesa era così invitata a prepararsi spiritualmente alla celebrazione della nascita del Signore.
La liturgia dell’Avvento ruota, dunque, attorno a questi due poli misteriosi “venuta e attesa”.
Il tempo che stiamo per vivere, breve e importante, è il tempo del futuro cristiano, della speranza matura.
Dovremo farci educare da Dio sul nostro comportamento, sulle nostre idee, a volte confuse e disordinate, in materia di fede e di morale.
S.Bernado di Chiaravalle, monaco benedettino ha lasciato scritto che l’avvento “E’ il sacramento della presenza di Dio nel mondo”.
A ben rifletterci queste quattro settimane che ci preparano al Natale sono una catechesi preziosa per capire cosa celebrare nel giorno della Natività del Signore. La nascita di Gesù è l’evento che coinvolge l’uomo in un misterioso discorso d’amore. Dio che diventa visibile all’occhio dell’uomo, che diventa toccabile, Dio infinito diventa vicino. Tutto questo noi con un nostro particolare linguaggio lo mettiamo nella parola INCARNAZIONE. Esso è un principio basilare di ogni azione ecclesiale, è il principio che ci muove ad essere quello che siamo. Dio diventa carne, uomo, e, nelle sembianze di un bambino, vuole portarci alla salvezza, al cambiamento della nostra vita interiore e esteriore.
Pochi, purtroppo, sono i cristiani che avvertono l’esigenza, il bisogno, di riflettere su questi argomenti, con il rischio di banalizzare la festa del Natale rendendola una celebrazione di sentimenti, in cui luci, colori, regali, compere etc…, sono l’essenziale prendendo il posto di Cristo bambino che interroga il nostro agire, il nostro pensare.
Che cosa pensiamo della nostra fede? Che cosa facciamo per la nostra fede?
E’ veramente un dramma scoprire quanto poco siamo capaci di riflettere su questi argomenti, quanto poco ci interroghiamo sui misteri capitali della fede cristiana! Ormai sembra di essere alla deriva. Coppie di sposi novelli, mamme, papà, bambini, giovani, anziani, tutti a camminare sulle strade del futile, dell’insignificante, del vuoto! E’ spaventoso questo! Abbiamo svuotato l’Avvento del suo originario messaggio, non lo capiamo più! A molti non importa nulla attendere, vigilare, sperare, sono cose di “chiesa” che non entrano nella nostra vita, come due realtà, una opposta all’altra. L’Avvento è questo grido di speranza-attesa che “straripa” nella nostra vita quotidiana. Il tempo liturgico dell’Avvento lancia una sfida alla nostra apatia e contesta tutte le nostre attese, piccole e a breve scadenza; ci parla con insistenza e con parole appassionate di UNO che verrà, verso cui puntare lo sguardo e aprire il cuore.
La parola di Dio, la sola che ci può assicurare il futuro, diventa una lampada che rischiara la nostra vita gonfia di nebbie e di fumi, sono le nebbie e i fumi dell’inutile, dell’accessorio, del superfluo!
Vigilare, state pronti, aspettate con speranza Cristo, egli verrà e ci porterà l’essenziale, quello che finora, purtroppo, non abbiamo cercato.
Auguri a tutti! Non accontentiamoci di quel poco che le nostre abitudini ci costringono a fare, sappiamo andare oltre quel poco, per raggiungere con libertà e retta coscienza quel molto che Gesù desidera per noi!