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Misteri dolorosi con Don Tonino Bello

A TUTTE LE DONNE

Rosario meditato

di Antonio Bello

 

5 marzo 1993. Don Tonino, piegato dal cancro, è a letto. Un’emittente radiofonica della diocesi gli

chiede di commentare il rosario. Quella che segue è la trascrizione.

Recitando insieme il rosario, vogliamo pregare  per tutti: per noi che  non stiamo bene, ma anche per

coloro che stanno benissimo e che non hanno bisogno assolutamente di cure. Dobbiamo essere felici del

buono  stato  di  salute  degli  altri.  Vorrei  che  pregassimo  volgendo  una  attenzione  particolare  alle

donne. Prenderemo come termine della nostra preghiera tutte le donne del mondo.

 

1 ° MISTERO

ORAZIONE DI GESÙ NELL’ORTO

Ecco: l’immagine corre subito al  torrente del  Cedron, a quella notte  lunare, splendida,  quando

Gesù, abbandonato il Cenacolo, corre lì nella solitudine degli ulivi d’argento a pregare il Padre. È la pre-agonia o l’agonia di Gesù. Il giorno dopo, a  quell’ora, non sarà più qui con la sua vita terrena integra.Sarà già stato ucciso dalla cattiveria degli uomini.Non  ci  è  difficile  pensare  a  Gesù,  amore  nostro,  che  dovremmo  amare  di  più,  che  dovremmo stringere con più affetto al cuore. Non ci è difficile pensare a Gesù che soffre. Questa prima decade del rosario la recitiamo per  aiutare tutte quelle  donne  che  si  trovano in difficoltà,  che  soffrono  sulla  sedia  a  rotelle  o  nel  letto,  che  soffrono  perché  sin  dall’infanzia  sono  state colpite  da  un  trauma,  che  non  ce  la  fanno  più  perché  sono  disfatte  psichicamente.  Perché  non  c’è soltanto  il  dolore  fisico!  Noi  che  siamo  ammalati,  che  stiamo  a  letto,  pensiamo  di  essere  degli aristocratici della sofferenza. Però sappiamo che ci sono delle persone che soffrono moltissimo per i dolori morali.

Ecco, preghiamo proprio per tutti coloro che «sudano sangue» nell’orto della vita quotidiana, sotto gli ulivi contorti o sotto il contorcimento degli ulivi. Giornate che non passano mai… Preghiamo per tutte queste nostre sorelle.

 

2° MISTERO

GESÙ VIENE FLAGELLATO NEL CUORE DELLA NOTTE

Viene fatto flagellare! Curvato  su  una  bassissima  colonna,  legato  ai  polsi,  diventa  immediato bersaglio delle nerbate, delle frustate dei carnefici. Gesù – non lo sappiamo – avrà pianto, avrà detto chissà quante volte: «ahi, ahi!»; bisillabo che risuona sulle nostre labbra tante volte, tante notti, quando ci giriamo e rigiriamo nel letto in preda al dolore fisico. Esclamazione che, nonostante l’offertorio della tua vita che hai fatto al Signore, non puoi fare a meno di pronunciare: «ahi… ahi… mamma mia!» Chissà quante volte  anche Gesù  avrà detto «mamma mia», così come lo diciamo noi. Povero Gesù! L’abbiamo ridotto in quelle condizioni anche noi. Siamo colpevoli tutti quanti. Però  noi  questa  sera  vogliamo  ripagarlo  col  nostro  affetto,  gratificarlo  con  la  nostra  amicizia. Vogliamo dirgli: «Gesù, ti voglio ben e davvero!».  Ma non a chiacchiere come abbiamo detto tante volte in chiesa. Quante volte rispondiamo «amen» senza sapere che cosa diciamo. Questa seconda decina di «Ave Maria» la recitiamo per tutte le donne che sono felici. Preghiamo  per tutte le  donne  che sono  felici,  che  gioiscono,  che  sono contente  di  vivere;  per tutte le ragazze che non vedono l’ora di  uscire per passeggiare lungo il viale; per tutte le ragazze che hanno già preparato i compiti stasera e domani faranno bella figura a scuola. Vogliamo pregare per tutte le madri di famiglia che sono contente della sorte dei loro figli, che gioiscono, che ringraziano il Signore. Ce ne sono tante di donne felici. Noi ci uniamo a loro e con tutto il cuore vogliamo esprimere la lode al Signore per tutte queste creature felici che hanno sfondato nella vita, che non sono state vittime di sfortune particolari, perché il Signore raddoppi la loro felicità e, magari,  l’eccesso di felicità che c’è in loro possa travasarsi in coloro che ne hanno di meno.

3° MISTERO

GESÙ VIENE INCORONATO DI SPINE, NON DI DIADEMI

Anche qui l’immaginario ci porta in un cortile dei maggiorenti, di  coloro che contano. Sappiamo che il povero Gesù viene sbattuto pure Lui da un luogo all’altro. Forse non sa  neppure  dove  si  trova. Certo,  gli  hanno  messo addosso  una  clamide,  una  tunica rossa,  la  tunica dei re,  per  prenderlo  in  giro. Hanno messo tra  le sue mani una canna come se fosse  uno  scettro  e  poi  sul capo  gli  hanno  messo il diadema del re. Preso in giro! Non creduto! «Tu sei  il figlio  di Dio? Tu  sei  il  re dei  giudei?  Salute,  re  dei  giudei,  re  da  quattro  soldi,  re  da ridere!». Quante volte il sospetto sulla densità del nostro dolore fisico si addensa nella mente degli altri. «Sì, va bene, c’è un po’ di coreografia!»: chissà quanta gente dice così nel vedere la nostra sofferenza. Comunque ci prendiamo anche questa pozione. Quante persone dicono: «ma perché Gesù ha fatto così?  Dio  è  ingiusto!  Ci  sono  tanti  malvagi  che  fanno  e  disfano  della  vita  degli  uomini.  Ci  sono  tante persone che sono violente. Perché Dio non distrugge quella gente? Dio è ingiusto. No, Dio non doveva fare così!». Non dite cosi. Non dite così. Perché Dio è giusto. Dio è buono. Dio non da le sofferenze. Dio semmai ci aiuta ad alleviarle, ma non ce le dà Lui. Non dice: «ti metto una croce sulle spalle e voglio vedere come la porti; poi te la tolgo, te la sollevo io». No, non gioca con noi. Non è ingiusto. Tu lascia fare a Dio. Abbandonati a Lui. Quando c’è Lui «non avrò a temere alcun male». Nulla mi manca… quando c’è Lui. Questa terza decade la dedichiamo a tutte le donne della Bosnia che vengono violentate, che sono state violentate, che si trovano nella condizione di essere violentate, stuprate. Violentate nel corpo, nella parte più intima del corpo,  con una violenza inaudita, con una barbarie che non ha misura e con una ferocia che ha il sapore dei cavernicoli, delle cose che fanno vergogna all’umanità, non ai soldati serbi o croati oppure musulmani. Fa vergogna a tutta l’umanità. Queste preghiere che noi rivolgiamo alla Madonna, la Vergine purissima, buona, la tutta bella, la tutta santa, le rivolgiamo a Lei perché si metta accanto a ognuna di queste bambine, di queste donne, di queste  madri  che  adesso,  sì  proprio  adesso,  piangono  sotto  il  focolare  (se  hanno  un  po’  di  fuoco), piangono la disavventura che hanno vissuto oggi, che hanno vissuto ieri.

 

4° MISTERO

GESÙ PRENDE LA CROCE E SI AVVIA VERSO IL CALVARIO

Quante donne al seguito di Gesù! Ecco noi ci mescoliamo con loro, pregando per le donne del mondo di oggi, per le donne che sono affaticate, che  sono  gioiose,  per  le  donne  che  sono violentate non soltanto dagli stupri dei maschi ma anche dalle violenze di una cultura e di una società che coniuga e declina tutto al maschile. Vogliamo pregare per tutte le donne del mondo. Adesso  noi  celebriamo  il  quarto  mistero  doloroso.  È  Gesù  che  prende  la  croce.  Prende…gliela  mettono  sulle  spalle!  Però  c’è  un  verbo  molto  bello,  che  dice  in  latino:  «baiulans  sibi crucem». Cioè: afferrandosi la sua croce, abbracciandosi la sua croce. Gesù ha fatto così. E va verso il Calvario tra i fischi, gli sputi, gli schiamazzi della gentaglia, tra venditori che smerciano la loro mercanzia negli scoli dell’acqua putrida che bagna anche i piedi di Gesù che si avvia verso il Golgota. Povero Signore Gesù, quanto ha sofferto! E non è una invenzione. È un fatto, una storia vera: è accaduto poco meno di 2000 anni fa. Questa decina la pronunciamo per tutte le donne di successo, per tutte le donne dello spettacolo, per  le  attrici  che  hanno  fatto  fortuna,  per  le  donne  che,  magari  dopo  tante  fatiche,  correndo  da  un direttore  d’orchestra  all’altro,  sono  riuscite a  trovare  un  posto  nell’orchestra.  Preghiamo  per  tutte  le donne dell’arte, del teatro, che vengono applaudite la sera alla televisione. Ci ricordiamo di tutte le donne dello sport: le giocatrici di pallacanestro, di pallavolo, di calcio, di pattinaggio a rotelle… Sto dicendo questo e forse ogni parola fa un tristissimo contrasto con la vostra storia, care ragazze, care donne che in palestra non andrete più, che non potrete più prendere lo zaino colorato con la tuta sgargiante di  cromature,  di  colore,  che  non  potrete  più  andare  quest’estate  al  mare  a  tuffarvi  nel  nostro  Adriatico selvaggio, che non avete la possibilità di correre in bicicletta il sabato sera con le vostre compagne… Non abbiate paura! Non abbiate paura! Un giorno ci saranno prati vastissimi dove voi correrete con i capelli spiegati al vento per cantare la vostra libertà, che non avrà più sconfitte, non sarà più compromessa dalle sofferenze fisiche. Coraggio  a  voi.  Mentre in  questo  momento  la  nostra  preghiera  si  leva  per  le  donne  felici perché  hanno  ottenuto  una scrittura,  perché  domani si esibiranno in una performance di pattinaggio artistico. Preghiamo per tutte queste donne che  vivono l’ebbrezza della giovinezza, che vivono il sapore della  dilatazione del corpo, per tutte queste donne che non sanno contenere la loro ansia, la loro voglia. Preghiamo per tutte queste donne perché si ricordino soprattutto del Signore, perché Gli vogliano bene, perché Lo amino, perché nel loro zaino non si dimentichino mai di mettere la Sua immagine e il crocifisso che portano sul petto possano onorarlo con le scelte della vita quotidiana.

 

5° MISTERO

LA MORTE DI GESÙ IN CROCE

«Chinato il capo, rese lo spirito».

Siamo arrivati all’ultimo mistero doloroso e noi contempliamo la morte di Gesù in croce. La morte. Vedete, nell’Ave Maria, che è una preghiera, che cosa chiediamo alla Madonna? Stringi stringi non rimane che questo:  «prega per noi peccatori… adesso  e nell’ora della nostra morte». Il resto è  una lode:

«Ave Maria… il Signore è con Te. Tu sei benedetta». La parte della preghiera (invocazione) da che cosa è costituita? Solo da questo: «Prega per noi peccatori…».È molto bello tutto questo. Noi ci rivolgiamo al Signore perché la Vergine Santa ci aiuti proprio nel momento più difficile della nostra vita. Verrà pure per noi, per noi che siamo ammalati, in un modo più o meno grave, verrà adesso, verrà dopo, quando il Signore vuole, ma verrà per tutti.Dobbiamo chiedere al Signore che ci dia tanta forza in quel momento del quale abbiamo paura. Io credo  che la morte la dobbiamo  concepire  come  il momento  della  nostra  felicità,  il  momento iniziale  della  nostra  felicità.  Noi  ci  abbandoniamo  nelle  braccia  misericordiose  del  Signore  quando chiudiamo gli occhi per sempre e ci risvegliamo in Lui. Bisogna riconsiderarlo il mistero della morte, che è un mistero di gloria, di risurrezione. Questa ultima decade la vogliamo dedicare a tutte le donne casalinghe (il vocabolo potrebbe essere non comprensivo di tutte le persone che vorrei abbracciare). Preghiamo per tutte le donne che vivono in casa, cioè per coloro che non hanno una pubblica mansione nella scuola, negli uffici, negli Enti pubblici. Vogliamo pregare per tutte le donne che lavorano in casa, che stanno accanto a voi. Quante persone  vi  accudiscono!  Sembra  che  siano  consacrate  a  voi:  mogli…  mariti  che  consumano  la  loro esistenza accanto alla vita della propria moglie.Vogliamo pregare per tutte queste donne, ma anche per tutti questi  uomini che spendono la loro esistenza per gli altri, e non possono metterlo su nessun biglietto da visita questo impegno sociale, umano. Chi può ringraziare le donne così brave: le nostre sorelle, le mamme che cucinano? Chi può dire che  un  diploma  di  laurea  in  lettere  sia  superiore  alla  bravura  senza  titoli  di  tante  donne  che  in  casa, nell’affanno  domestico quotidiano e nel silenzio e nello sferragliare delle pentole,  conducono avanti la nostra vita?

Preghiamo per tutte queste persone. Abbracciamo tutte le donne.

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