Mt 11,28-30
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
…Meditiamo…
Come vivere questa Parola?
Il contesto dei capitoli 11 e 12 di Matteo sottolinea e mette in rilievo il fatto che i poveri, i piccoli sono gli unici a capire ed accettare la sapienza del Regno, o meglio quei piccoli e quei poveri che hanno il coraggio di non lasciarsi ingabbiare dai propri ragionamenti ed entrare in una logica diversa, una logica “divina” data da due atteggiamenti: umiltà e mitezza.
Gesù infatti indica la mitezza e l’umiltà come gli unici atteggiamenti da imparare da Lui stesso. L’umiltà come qualità fondamentale dell’amore, quella che stima l’altro superiore a se stesso e sa mettersi al posto giusto. La mitezza come la qualità “del perdente”.
Senza umiltà e mitezza non c’è amore, esiste solo prepotenza. L’umiltà e la mitezza sono la Sapienza dell’Amore ed entrare dentro la mitezza e umiltà è un dono, un dono soprattutto da implorare nella preghiera.
Gesù mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al Tuo!
Preparami il cuore al Tuo Natale!
suor Monica Gianoli FMA
Vangelo del giorno meditato
8 Dicembre 2020“Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce”
Vangelo del giorno meditato
10 Dicembre 2020“Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista”
Vangelo del giorno meditato
“Venite a me, voi tutti che siete stanchi”
Mt 11,28-30
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
…Meditiamo…
Come vivere questa Parola?
Il contesto dei capitoli 11 e 12 di Matteo sottolinea e mette in rilievo il fatto che i poveri, i piccoli sono gli unici a capire ed accettare la sapienza del Regno, o meglio quei piccoli e quei poveri che hanno il coraggio di non lasciarsi ingabbiare dai propri ragionamenti ed entrare in una logica diversa, una logica “divina” data da due atteggiamenti: umiltà e mitezza.
Gesù infatti indica la mitezza e l’umiltà come gli unici atteggiamenti da imparare da Lui stesso. L’umiltà come qualità fondamentale dell’amore, quella che stima l’altro superiore a se stesso e sa mettersi al posto giusto. La mitezza come la qualità “del perdente”.
Senza umiltà e mitezza non c’è amore, esiste solo prepotenza. L’umiltà e la mitezza sono la Sapienza dell’Amore ed entrare dentro la mitezza e umiltà è un dono, un dono soprattutto da implorare nella preghiera.
suor Monica Gianoli FMA
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